public art project / workshop
a project with Marzia Migliora
photos: Francesco Nicolai
Teatro Valle Occupato | Nomas Foundation | Nuovo Cinema Palazzo
BLOG OF THE PROJECT
EN: IO IN TESTA is an artistic and participatory process activated with the aim of revealing the potential resulting from the experiences of occupation, self-triggered, crowdfunding and citizen mobilization.
The project took place during the week proceeding the municipal elections in Rome (20-26 May 2013) on the invitation of the Teatro Valle Occupato (in transformation as Fondazione Teatro Valle Bene Comune), Nomas Foundation and Nuovo Cinema Palazzo.
With the title "Cantiere comune di immaginario politico", Marzia Migliora and Luigi Coppola have set up a workshop open to all citizens, in the spaces of the Nuovo Cinema Palazzo area, both philosophical and physical. The aim was to listen, stimulate and translate in a symbolic and artistic way the instances, proposals and potential resulting from the commitment of all participants, transforming them into a collective experience, driving force of the common good, a realistic utopia where the citizen is the engine of change.
During the workshop, interviews regarding personal stories of commitement, strategies for the common good, small musical and theatrical performances were continuously held on stage while around the tables each participant was producing his own headdress. The unifying symbol chosen for the project was a headdress made of papier-mâché, starting from the traditional model worn by masons.
Simple sheets of paper have became personal manifestos “to put on head”, expression of desires and symbolic, identifying, combative, personal proposals.The moltitude of headdress created during the workshop have become a means to build a “social sculpture.” A series of symbolic actions have connected the Teatro Valle to public space and vice versa.
IT: IO IN TESTA è un processo artistico partecipato nato con lo scopo di far emergere il potenziale derivato dalle esperienze di occupazione, di autoattivazione, di produzione dal basso e di mobilitazione cittadina. Il progetto si è tenuto nella settimana precedente le elezioni politiche municipali a Roma (20-26 maggio 2013), su invito del Teatro Valle Occupato (in trasformazione come Fondazione Teatro Valle Bene Comune), Nomas Foundation (come parte del programma A Theatre Cycle) e Nuovo Cinema Palazzo.
In
questo momento storico di grande crisi culturale, è indispensabile
per chi crede nel valore e nelle potenzialità dell'arte, della
cultura, dell'educazione, dell'attivismo politico e sociale, prendere
voce in maniera propositiva nel tentativo di portare alla luce nuovi
contenuti e immaginari possibili.
Con
il titolo di
cantiere comune di immaginario politico, Marzia
Migliora e Luigi Coppola hanno attivato un
laboratorio
aperto alla cittadinanza, negli spazi del Nuovo Cinema Palazzo
costruito come uno spazio creativo e al contempo filosofico e
manuale. Lo scopo era quello di ascoltare, stimolare e tradurre in
chiave simbolica ed artistica le istanze, le proposte, le
potenzialità scaturite dall'engagement
dai
singoli partecipanti, trasformandole in esperienza collettiva, forza
del bene comune, utopia realista in cui il cittadino è motore di
cambiamento.
Per
attuare questi principi i due artisti hanno costruito, con migliaia
di quotidiani di diverse testate nazionali, una scenografia in cui al
centro era situato un palco contornato da tavoli da lavoro. Durante
il laboratorio, mentre si susseguivano sul palco interviste, racconti
personali d’occupazione, strategie per il bene comune e piccole
performance musicali e teatrali, ai tavoli ogni partecipante
costruiva il proprio copricapo.
Il
simbolo aggregante scelto per il progetto era un copricapo costruito
in cartapesta, a partire da quello tradizionale indossato dai
muratori.
Semplici
fogli di giornale divenivano manifesti personali da “mettere in
testa”, portatori di desideri, proposte personali, simboliche,
identitarie e di resistenza.
La
moltitudine dei copricapi creati durante il Cantiere
sono diventati mezzo per costruire una “scultura sociale”. Una
serie di azioni simboliche hanno collegato il Teatro Valle allo
spazio pubblico e viceversa.
Una
delle opere fotografiche più significative realizzate dagli artisti
durante il progetto è stata da loro donata alla nascente Fondazione
Teatro Valle Bene Comune, contribuendo quindi a crearne il capitale
necessario per la sua formazione. L'opera è ora parte della sua
collezione permanente.